
Forse un giorno mi deciderò a raccontarvi di quell'anno
sul finire dei '60 quando fummo sorpresi nei pressi di
Camaldoli da un violento acquazzone.
Eravamo sempre quelli del concerto flop, più o meno, e
come di consueto al termine della stagione balneare
eravamo soliti rinverdire i fasti del boy-scout partendo
autonomamente, oramai grandini, con tre tende acquistate
con i risparmi.
Studiavamo tutti e in gran parte lavoravamo d'estate per
non essere di peso alle famiglie e toglierci le ns piccole
soddisfazioni.
Un esempio, tanto per valutare il potere d'acquisto, era
che con una giornata da cameriere in un pranzo da cerimonia
potevi comprarti un jeans di marca, Lewis, e una T-shirt
Fruit-of-the-Loom tanto per intenderci.
Bene, dopo una notte passata a cercar di far defluire
l'acqua dalle tende ci ritrovammo al mattino bagnati
fradici e con le medesime inutilizzabili.
Che fare?? Pensammo di presentarci come pellegrini
penitenti nel vicino monastero di Camaldoli, luogo questo
sacro e abitato da frati che si rivelarono estremamente
ospitali.
Infatti ci fecero accomodare in una camerata a patto
di rispettare le regole e vivere l'esperienza del monastero.
dal loro "dialogo con i giovani":
Giovane dovrebbe essere colui che spera, che è aperto alla novità,
che rischia, che si lascia coinvolgere, che è dinamico ...
tutto corrispondeva, infatti speravamo di trovare asilo e così fu,
- aperto alla novità .. la stavamo vivendo
- rischio .. di uscire nottetempo dalle camerate per esplorare
il luogo con gag a profusione e pazienza dei frati quando sorpresero
il sottoscritto con una lampadina svitata in mano e il socio
far capolino da una cassapanca.
- Lasciarsi coinvolgere, anche questo vero, in scherzi ripetuti
nella nostra camerata tutta la notte a chi provava ad addormentarsi,
salvo sperimentare all'alba il risveglio coi "canti gregoriani" e
- dinamico poi ... voglio vedere a quell'età.
Monaco, invece, è colui che sperimenta la densità del silenzio,
la bellezza del tempo dilatato, la saggezza degli anziani, la forza
vitale della Parola divina, la memoria dei volti ..
qui è intuibile la cosa ma più difficile da spiegare; come capire
infatti quel monaco americano che in una celletta dell'eremo
studiava antichi testi in aramaico e quando andavamo a portargli
da mangiare era con noi prodigo di consigli e affetto??
che faceva lì, lui e altri eremiti?? cosa cercavano ..
forse quello
che l'uomo cerca da sempre e che .. prega di non trovare.
Al monastero invece la vita scorreva a mò di albergo .. o quasi,
era infatti un luogo considerato "buen retiro" da parte della
allora imperante DC e si vociferava che doveva essere ospite
anche Fanfani e un Andreotti che si .. faceva strada.
Non li vedemmo o forse non capivamo nemmeno bene chi fossero,
indaffarati come eravamo a fare i camerieri.
Sulle prime pensavamo di avercelo scritto in fronte e invece
era la regola che prevedeva che i giovani, prima servivano i vecchi,
colazione-pranzo e cena, e poi si sedevano quando questi si
ritiravano e .. cominciava il bello.
Una enorme tavola a ferro di cavallo e noi una decina in
un lato che accaparravamo tutto quello che avanzava di buono
e naturalmente il buon "bacco", uno dei ns, addetto ai vini,
che travasava tutto il vino avanzato dalle caraffe.
Eravamo esentati dalle preghiere obbligatorie e potevamo
muoverci liberamente fuori per completare le ns visite
turistiche, anche se debbo dire che passammo parecchio
tempo nella formidabile farmacia dei frati, vero e propio
museo di alchimia e erboristeria medievale.
Che caramelle di pino ragazzi!!!
Ma anche alambicchi e contenitori di erbe e spezie e che
dire di antichi manoscritti??
Niente solo che una settimanella farebbe bene anche a chi
penso io ... e ... che avrete capito anche voi.
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