MISTICO HAPPEL JUVENTUS MINKIA CLUB


Il blog del tifo juventino mistico happelliano

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... contiene espressioni di superbia,
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Se ne consiglia la visione a Juventini Superdotati ...



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martedì 9 febbraio 2010

Allegro ma non troppo di 1x10Em



Il Rinascimento non è il frutto di chissà quale motore intellettuale. Semplicemente i fiorentini, fino a quel periodo dediti al commercio ed all’attività di banchieri, si trovarono improvvisamente nelle condizioni di non poter più far fruttare dette attività. Infatti i crediti da esigere erano principalmente sotto forma di interessi da riscuotere verso Inghilterra e Francia, ma essendosi tali due nazioni spolpate di ogni liquidità nella famosa Guerra dei Cent’anni (che in realtà furono 116) entrambe dichiararono bancarotta e che non avrebbero pagato i loro debiti. E’ la stessa guerra che ha messo in ginocchio i fiorentini anche sul ramo del commercio. La loro abilità era infatti nella lavorazione della lana, ma essendo che anch’essa proveniva dall’isola britannica e specificatamente dalle pecore inglesi, ecco che il patatrac è fatto.
Il bisogno aguzza l’ingegno ed esorta alla flessibilità, e così data la grande disponibilità di marmo in terra toscana, ecco che comincia il Rinascimento…
Procedendo per paradossi e forzature come quella appena descritta, il primo dei due brevissimi saggi del libro di Cipolla, “Il ruolo delle spezie nelle sviluppo economico del Medioevo”, arriverà ad individuare nel pepe il motore principale che ha portato la Storia dalla caduta dell’impero romano d’Occidente fin fuori dagli anni bui del Medioevo.
Niente di più che un “divertissement”, come del resto si specifica nella prefazione del libro, con qualche leggerissima sfumatura anticlericale. Tale deve essere interpretato anche dal lettore per poterlo trovare un piacere e non disgustoso. Personalmente ho sorriso e sfogliato pagine con piacere, richiamando anche qualche passaggio storico, operazione che male non fa.
Il prologo di tutto il libro, dello stesso Cipolla, mette in guardia sulla differenza tra umorismo (ridere con gli altri, operazione brillante e virtuosa) ed ironia (ridere sugli altri, operazione quindi che può ingenerare tensioni). In questo primo racconto in verità ho però rilevato alcuni passaggi più tendenti al sarcasmo che non all’umorismo (ma non sempre la differenza è così marcata: a volte anzi è talmente sottile che in fondo, in mancanza di spiegazione dell’autore, è la sensibilità del lettore a decidere in quale delle due classi può essere catalogata).

“Le leggi fondamentali della stupidità umana” non merita invece di essere banalizzato in alcuna recensione: merita solo di essere letto.
Leggero e profondo insieme, scientifico ed irrazionale, diventa epico quando trasforma graficamente e traspone in metodo scientifico la dimostrazione della regola aurea o terza legge fondamentale della stupidità umana: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita”.
I corollari e le ultime due leggi che ne discendono sono impagabili e sfido chiunque a confutarle.

Carlo Maria Cipolla è un mio concittadino (era, è mancato nel 2000), ed ha insegnato anche nell’Università degli Studi di Pavia. Storico economista celebre internazionalmente, ha scritto numerosi libri, su uno dei quali (Storia Economica dell’Europa Pre-Industriale) ho piacevolmente preparato una parte dell’esame di Storia Economica sostenuto illo tempore…

sabato 7 marzo 2009

Sui fattacci non si Nicchi


Marcello Nicchi (Arezzo, 1953)

Debuttò in serie A nel 1988 per decisione del dirigente arbitrale Cesare Gussoni, e nel 1993 venne indicato come arbitro internazionale dall'allora designatore Paolo Casarin. A livello internazionale, svolse le funzioni di IV° ufficiale di gara nella finalissima degli europei di calcio 1996 Germania-Repubblica Ceca, arbitrata da Pierluigi Pairetto allo stadio Wembley di Londra.

Mise termine alla carriera sui campi nel 1997 per scelta tecnica dei suoi superiori, dopo gli errori commessi durante il campionato di serie A 1996/1997, tormentata anche da un'operazione al menisco che lo tenne fermo per qualche tempo: in particolare, nella partita Vicenza-Bologna espulse lo svedese Kenneth Andersson che aveva semplicemente chiesto di essere sostituito dal proprio allenatore; mentre in Perugia-Napoli convalidò un gol segnato nettamente con una mano dal croato Milan Rapaic. Ma Nicchi fu protagonista di episodi controversi anche tempo prima quando, nel 1995 durante un Sampdoria-Inter, espulse per le veementi proteste il blucerchiato Roberto Mancini, che venne poi squalificato per 6 giornate.

Ha un consuntivo finale di 95 presenze in serie A, di cui l'ultima fu in occasione della gara Lazio-Hellas Verona nel 1997. Come dirigente arbitrale ha collaborato con il Settore Tecnico dell'AIA, che si occupa di questioni regolamentari, ed è tutt'ora osservatore degli arbitri UEFA, oltre che della CAN A e B.

Nel 2006, in seguito alla nomina di Luigi Agnolin quale Commissario Straordinario dell'AIA in sostituzione del presidente Tullio Lanese, che era stato coinvolto nello scandalo Calciopoli, insieme al collega Carlo Pampana della sezione di Pisa si oppose all'operato di Agnolin, chiedendo nuove elezioni per la presidenza dell'AIA e candidandosi personalmente. Alle successive votazioni del novembre 2006 venne però sconfitto da Cesare Gussoni, l'ex arbitro proposto da Antonio Matarrese, e verso il quale avevano fatto convergere i propri voti gli altri candidati della vigilia (Bruno Di Cola, Maurizio Mattei, Arcangelo Pezzella e Cesare Sagrestani).

Nel 2009 si candida per la seconda volta alla carica di Presidente dell'A.I.A.; in occasione dell'Assemblea Generale dell'Associazione, tenutasi a Roma il 6 marzo, consegue più voti (163 contro 155, con una sola scheda bianca) dell'unico altro candidato, Matteo Apricena della Sezione di Firenze.

mercoledì 28 gennaio 2009

Caino & Caino


Visto che la vicenda è calda anche perchè per tale motivo potrebbe essere sospesa l'amichevole Italia Brasile,
e visto che ci sono amici che si rompono il didietro per dimostrare l'innocenza di Moggi,
ecco una sinossi del CASO BATTISTI di cui tutti sanno poco o nulla.

FAQ sul caso Battisti, a cura di Valerio Evangelisti

Meditate, gente... meditate....

ps: perchè la locandina di Puerto Escondido? Perchè pare che il personaggio interpretato da Bisio in questo film sia trasposizione della vicenda personale di Battisti rifiguato in sudamerica.

giovedì 6 novembre 2008

Sangue e arena

Il Bernabeu è sempre stato un teatro di epiche sfide.

Prima di allora solo Sivori aveva violato quel campo leggendario, il Real Madrid di Di Stefano, mica degli algidi olandesi metrosexual come Snajder e Fan der faart. Quest'ultimo nostro recente oggetto del desiderio, pista prontamente freddata da Ranieri che aveva fiutato la sola.
Robben si ferisce un muscolo ed al suo posto gioca un Davids con la labirintite.
La fascia è quella di Mellberg. Rumor di ossa e sfregar di barbe, ma il vichingo non cade.
Il pacchetto difensivo con i restanti Legrottaglie, Chiellini e Molinaro e semplicemente da scuola calcio. Corti compatti e cattivi. Se solo fossero un po' più brutti sarebbero perfetti.

In mezzo Tiago conferma le parole Blanc "piaceva anche a Bettega".
Quello che voleva essere uno scaricabarile nei confronti dell'appestato Bettega, diventa un invito a nozze per il molle portoghese.
L'ex eunuco fornisce una prestazione di sostanza.

Poi all'impresa ci pensa Del Piero, quello che disegnava parabole perfette in quanto drogato.
Sinistro e destro, quasi una combinazione pugilistica.

Il toro è a terra e il pubblico, che sa riconoscere il valore del torero seppur straniero, applaude.

Tutto come avevo previsto.

giannichedda77

il parametro zero del web

giovedì 23 ottobre 2008

Trova le differenze. Quiz di Perry Mason.

1.
L'uomo che sussurrava ai cavalli:

2.
L’uomo che sogghignava ai cavilli:

3.
L’uomo che sussurrava al Cobolli (di ritirare il ricorso al Tar):



lunedì 13 ottobre 2008

Garibaldi fu ferito, fu ferito in una gamba


Sapevo benissimo che venerdì 3 ottobre sarebbe cominciato il procedimento della giustizia ordinaria nei confronti di quella che fu calciopoli.
E nutrivo pochissimi dubbi, se non nessuno in assoluto, che mi sarebbe successo di leggere pertanto notizie simili a quelle che ho letto, come questa: http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200810articoli/16980girata.asp

Il non rinvio a giudizio nei confronti di Franco Carraro ha provocato le prevedibili indignazioni di chi è sempre convinto che i veri potenti non paghino mai. E probabilmente, a chi è sorto questo dubbio, non è ignara la storia e il potere del personaggio, anche se magari si è semplicemente letto il profilo extraportivo dell’uomo: http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Carraro#Carriera_extrasportiva

Personalmente, mi aspettavo semplicemente che, almeno in sede di rinvii a giudizio, la giustizia ordinaria non volesse prendere le distanze dalla giustizia sportiva, visto che anche in quel contesto l’appena citato signore l’aveva fatta franco….pardòn franca……..

Quello che invece è fuori di dubbio, al di là dell’entrare nel merito se il mancato rinvio a giudizio sia da considerarsi giusto oppure sbagliato, è che tale scelta è indiscutibilmente a sostegno dell’impianto accusatorio nei confronti della Juventus ed in particolare di Luciano Moggi.
Anche nel procedimento ordinario, infatti, stante l’assenza di truccaggi nelle partite e di illecito, il cuore di tutta l’accusa è la mitica cupola. Ciò che nella giustizia sportiva era stato tradotto con l’illecito strutturale (che invece non sarebbe proprio della giustizia sportiva, ma l’abbiamo già detto), in questo processo viene visto come un “reato di pericolo”, una associazione a delinquere in stile P2.
E come potrebbe mai essere comprensibile avere Moggi al vertice di un sistema il cui vero vertice, il presidente della FIGC, sarebbe pertanto anch’egli sottomesso al direttore di una quadra, per quanto influente come la Juvenus? E’ innegabile che qualsiasi spiegazione sarebbe imbarazzante….
Ecco allora che l’accusa può invece rimanere in piedi qualora il vero vertice del sistema fosse all’oscuro di tutto: ed ecco pertanto sancito che Carraro non sapeva.

E’ la nuova moda all’italiana: insieme ad Armani, Gucci, Ferrè, ed ai reality show con famosi non famosi, donne oggetto e menti assai poco eccelse, oggi va di moda che il grande capo sia all’oscuro di quello che fanno i suoi capetti: prima di Carraro, abbiamo infatti appreso dai giornali che nello scandalo Telecom Tavaroli avesse messo in piedi tutto il sistema delle intercettazioni illegali ecc ecc all’insaputa di Tronchetti Provera.
E’ questo oggi ad essere trendy.

Speriamo almeno che questa moda non abbia da estendersi anche alla storia, revisionandola.
Potremmo scoprire, per esempio, che Mario Chiesa agiva all’insaputa di Craxi.
E potremmo venire a conoscenza che Vittorio Emanuele II non sapeva nulla di ciò che Garibaldi stesse realmente facendo una volta salpato da Quarto……
L’incontro di Teano del 26 ottobre 1860, a quel punto, potrebbe essere stato fortuito, o addirittura nemmeno esistito, ed il celebre “Obbedisco” mai pronunciato.
E la località TE ANO scelta solo in previsione ed in onore di un futuro senatùr per la chiara assonanza con il concetto che se ne evince.
Anche se personalmente ancora non ho capito se davvero c’è qualcuno attivo in tutto ciò, e non l’abbiamo invece tutti preso in quel posto mentre incautamente davamo le spalle.

Come del resto in questa farsa di cui qui minkioniamo……….

Garabalda faffarata
Faffarata nana gamba
Garabalda caccamanda
Caccamanda il barsagliar………….

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MasonMerton

giovedì 9 ottobre 2008

Altro che Benitez!!!


Altro che Benitez. Benito ci vuole. Ora nello spogliatoio deve vigere la dittatura dell'allenatore.
E fanculo i buonisti ed i marxisti-leninisti.
Vai Benito Ranieri.
« ...Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza: nel Ranierismo è la salvezza della nostra libertà... . »
Allo zio capire il nesso ...

mercoledì 10 settembre 2008

RICORDI IN... BIANCO E NERO - 3

Un giorno mio padre mi portò con se in barca, avrò avuto 2/3 anni al massimo, mio fratello maggiore aveva uno strano ghigno stampato in volto.
Remato pochi metri dalla riva mio padre si alzò, mi prese in braccio e mi gettò in mare.
Tranquilli !! non era certo un novello Abramo chiamato da Dio a compiere chissà quale sacrificio ed io tantomeno un Isacco qualsiasi.
Era semplicemente una vecchia usanza marinara, una specie di rito, per insegnare con modi .. spicci l'arte natatoria ai bambinetti che mai avevano
visto il mare.
Io riemersi appena appena smarrito, perchè naturalmente si sta a galla ed è solo la paura che ci fa affondare, subito rincuorato da mio fratello che prontamente si era tuffato e insieme raggiungemmo la riva.
Guardandolo, mentre protettivo mi traeva a sè, nel suo volto c'era adesso un' espressione che pareva dicesse "benvenuto ometto" nel tuo elemento naturale e ....su tutto, sulla barca, il babbo che finalmente poteva accendere la sua
nazionale esportazione rigorosamente senza filtro .. ma non senza senso.
Il senso era che aveva adempiuto ad una antica usanza e anche il suo
ultimo figlio .. sapeva nuotare.
La morale è ...
"babbo quant'è lontana la riva??" .. "zitto e nuota"

Tex Willer