Ambito dai club più prestigiosi del mondo, tra cui la nostra Juventus, si sta mettendo in luce questo giovanissimo allenatore portoghese, che con il Porto ha suscitato grande curiosità da parte di tecnici e tattici. approndiremo in queste righe la sua storia professionale(molto particolare) e il suo modo di fare calcio.
CARRIERA
"Non ho mai pensato di fare il calciatore, anche perchè non ne avrei mai avuto il tempo."
Come detto il curriculum di Andrè Villas Boas è molto particolare, con una serie di coincidenze, e capiremo subito il perchè. La storia dell'allenatore più giovane della Liga portoghese comincia in un palazzo di lusso di Oporto. Nel 1993 Andrè è un ragazzino 16enne appassionato di videogame a sfondo calcistico quando comincia ad approfondire il calcio dal punto di vista statistico e tattico. L'anno seguente nell'ingresso di quel palazzo fa un incontro particolare: con Bobby Robson, allenatore del Porto(squadra del cuore di Villas Boas), che si era appena trasferito nello stesso lussuoso palazzo di Andrè. Dalle chiacchierate di circostanza il 17enne Villas Boas passa quasi subito a parlare di tattica arrivando con il tempo ad illustrare all'esperto allenatore di fama internazionale come usare meglio il suo centravanti Domingoz. Robson rimane talmente impressionato dalla competenza di quel ragazzino che lo ingaggia nel suo staff. In quello stesso staff c'era anche Josè Mourinho. L'influenza di Robson porterà Villas Boas ad ottenere a soli 17 anni(fuori dall'età minima) il Patentino UEFA C. Inizia una collaborazione con Robson-Mourinho, durata per molto tempo, nel 96 infatti è a Barcelona e ci resta fino al 2000. Nel 2001, a soli 23 anni, Villas Boas diventa CT di una nazionale: le Isole Vergini Britanniche, ma l'esperienza finisce dopo sole due partite, in particolare dopo una pesante sconfitta per 0-9 e la qualificazione ai Mondiali 2002 sfumata. Villas Boas così torna ad Oporto a vestirsi di biancoblù , occupandosi delle giovanili. In seguito all'arrivo di Mourinho come allenatore della prima squadra, Villas Boas viene promosso come allenatore in seconda. Inizia una lunga collaborazione con l'attuale tecnico del Real Madrid, durata 7 anni tra Porto, Chelsea ed Inter.
Quando si presenta l'occasione da prima guida tecnica Villas Boas non tentenna e torna in Portogallo. L'offerta gli arriva dall'Academica, in una situazione difficile: squadra all'ultimo posto, demotivata, in crisi. I risultati non tardano ad arrivare, in poco più di otto mesi la zona critica è solo un ricordo ed a fine stagione la compagine bianconera si piazza all’ottavo posto ed alla semifinale di Coppa di portogallo. Alla fine della stagione riceve un'offerta dal Porto con cui inizia una cavalcata incredibile e imbottita di successi. Ad Agosto vince la Supercoppa di Portogallo battendo il Benfica. Attualmente ha già vinto la Primeira Liga portoghese con 5 giornate di anticipo, ad oggi imbattutto(27 vittorie e 3 pareggi, 73 goal fatti e 16 subiti) ed è in finale di Coppa portoghese. In Europa League vince il Girone e raggiunge la finale eliminando, tra le altre, il CSKA e il Villareal con uno storico 5-1. Il 18 Maggio 2011 il Porto di Villas Boas si laurea campione d'Europa battendo per 1-0 lo Sporting Braga(al quale, per la cronaca, in campionato per adesso ha dato 38 punti di vantaggio).
LA FILOSOFIA TATTICA
Il pensiero tattico e l'atteggiamento
Basta vedere per una sola mezzoretta giocare il Porto di Villas Boas per capire quale sia l'intento dell'allenatore. Difesa alta, pressing asfissiante e in zona superoffensiva, velocità nelle transizioni, gioco elettrizzante e molto vivace. In una parola, divertente. E propositivo. La squadra è molto attiva non sono il fase di possesso ma anche in fase di non-possesso, aggressiva e molto corta. Non conosco i metodi di allenamento di Villas Boas e quello che è scritto in queste righe è solo in funzione delle partite e di quello visto sul campo di gioco, ma da quello che si può intuire credo che in allenamento dia molto risalto all'intensità: il Porto gioca "veloce" e questo gli permette di non soffrire mai l'avversario e di trovare subito le contromisure.
Il Modulo
Il Porto di Villas Boas è una delle poche squadre al mondo a giocare con il "vero" 4-3-3, con 3 attaccanti, uno centrale e due centro-laterali, molto alti che difficilmente si vedono arretrare o stare dietro la linea della palla. I numeri in se e per sè, il modulo, è un aspetto marginale rispetto alla mentalità. Mi preme quindi sottolineare che il Porto di Villas Boas gioca un calcio offensivo, aggressivo, molto verticale e velocizzato. Da qui credo sia giunta la scelta di Villas Boas di utilizzare il 4-3-3 in quanto con questo modulo si riescono a portare un buon numero di giocatori in fase offensiva, si riescono a creare situazioni di superiorità numerica sia sull'esterno che nella zona centrale e nevralgica e si riesce ad attuare una pressione superoffensiva. Inoltre le 3 punte fatte rimanere volontariamente alte consentono una fuidità invidiabile nelle transizioni.
Le caratteristiche dei giocatori
Essendo praticamente la prima esperienza da allenatore di prima squadra per Villas Boas, è difficile inquadrare quali possano essere i giocatori da lui preferiti e le caratteristiche tecniche tattiche e fisiche che l'allenatore portoghese predilige, come fatto in passato con allenatori come Mazzarri, Delio Rossi, etc. Passero' in rassegna quindi i giocatori del Porto che si son messi in mostra sotto la guida di Villas Boas.
-Difesa: mi preme sottolineare il gran lavoro dal punto di vista qualitativo e quantitativo dei terzini del Porto, Sapunaru(dx) e Pereira(sx). Villas Boas non gioca praticamente mai con i terzini bloccati, ai quali è chiesto sempre la sovrapposizione e l'iniziativa, anche se fatta con i tempi di gioco sbagliati. La superiorità numerica sulle fasce la garantiscono proprio i terzini che sono chiamati ad un lavoro di grande generosità e dispendio fisico. La linea difensiva tenuta quasi sempre molto alta, comunque, consente a Sapunaru e Alvaro Pereira di "coprire" meno fette di campo, o meglio, di non prolungare troppo l'allungo-scatto in fase offensiva. Sono giocatori comunque con elevate capacità condizionali.
-Centrocampo: il centrocampo è a 3, con un mediano davanti alla difesa e due mezzali. Fernando, il mediano, con grande fisicità è il "braccio armato" e compie un gran lavoro soprattutto in fase di non possesso, grande quantità nel pressing soprattutto nelle transizioni negative(=quando il Porto perde palla). Nel ruolo di mezzali Villas Boas quest'anno ha schierato più spesso Moutinho(centrosx) e Guarin(centrodx). Le caratteristiche sono complementari nel senso che Moutinho è più "regista" e Guarin si inserisce di più senza palla, ma sono giocatori completi che sanno interpretare al meglio le due fasi di gioco. Guarin è il giocatore che si è messo più in mostra specie in zona goal, straordinario nell'interpretare entrambe le fasi di gioco, dotato di una grande sapienza tattica e "senso" dell'assist, oltre che di grande doti tecniche e facilità di calcio.
-Attacco: il tridente offensivo generalmente è formato da Hulk a destra, Falcao in mezzo e Rodriguez oppure Silvestre Valera a sinistra. Falcao gioca molto su movimenti verticali, soprattutto sulla profondità, essendo un uomo d'area dotato di grandissimo "fiuto" del goal e di grandi capacità in fase di finalizzazione. Gli attaccanti esterni vengono talvolta vengono anche invertiti durante la partita, ma in generale Hulk gioca a dx e Rodriguez o Valera a sx. Hulk è il giocatore più potente fisicamente tra gli attaccanti, mancino naturale, schierato a destra per le grandi capacità di tiratore dalla distanza. Non cerca la profondità ma i suoi movimenti sono a "tagliare" in mezzo al campo, proprio per consentirgli una maggior fetta di campo nel tiro e maggior visione dello specchio della porta. Rodriguez è il meno prolifico a livello di signature, avendo anche caratteristiche più difensive rispetto ai suoi compagni di reparto.
Una piccola parentesi sul portiere brasiliano Helton che, data la linea dei difensori molto alta, staziona anch'egli molto alto quasi in posizione di "libero" ed è spesso chiamato ad uscite, portiere dotato di buona reattività e velocità. In fase di possesso generalmente Helton è chiamato a giocare corto sui difensori centrali, per iniziare una costruzione bassa e quasi mai lo si vede rinviare lungo.
La fase di non-possesso palla e l'atteggiamento difensivo
Avrete intuito che l'atteggiamento senza palla della squadra di Villas Boas è molto aggressivo. La linea di difesa è a 4, molto alta e votata sicuramente più verso l'anticipo che all'attendismo. L'aggressività e l'atteggiamento offensivo non devono però creare confusione, dato che il Porto attualmente è la squadra con la più bassa media di goal subiti tra tutte le squadre europee(0.54 a partita). Analizzero' quelli che sono i comportamenti fondamentali del Porto di Villas Boas in fase di non-possesso.
Inanzitutto focalizziamo la grande capacità di "reazione" e di lettura situazionale della linea difensiva per quanto riguarda la gestione della palla libera e della palla coperta. Una dovuta parentesi la apriamo per illustrare cosa si intende per palla libera e palla coperta. In linguaggio tecnico la palla coperta è una situazione di gioco in cui il giocatore in possesso palla ha difficoltà a giocare la stessa, perchè pressato dall'avversario/ha sbagliato il controllo della sfera/è stato servito male o con una palla alta. Gli mancano quindi lo spazio ed il tempo per una giocata facile o una verticalizzazione vantaggiosa.
Si definisce invece palla libera o scoperta un situazione "pericolosa", in quanto il giocatore avversario in possesso di palla ha tempo e spazio a disposizione per una giocata a proprio piacimento.
Palla coperta e palla libera sono due situazioni importantissime per la gestione della fase di non possesso di una squadra, dei riferimenti visivi fondamentali per i difensori, poichè attraverso una corretta lettura ci si comporta di conseguenza: il famosissimo "elastico" difensivo che tutte le squadre(chi più chi meno) attuano. Consiste, in generale, nell'avanzare "compatti" in fase di palla coperta e di indietreggiare, comprendo preventivamente "l'imbuto" dello specchio della porta, in fase di palla libera.
Questo è un concetto base nel gioco del calcio che tutti i tecnici allenano, fa parte dei criteri-guida, ma il Porto di Villas Boas ne fa davvero un punto di riferimento praticando l'elastico in maniera aggressiva, cercando di creare continuamente situazioni di palla-coperta soprattutto con la pressione dei suoi centrocampisti. Vedremo sempre una difesa molto alta, che cerca di salire e di fare "il passettino" in continuazione "togliendo" di fatto la profondità ai giocatori offensivi avversari, mettendoli "in crisi" sia tecnica che psicologica in quanto sono costretti sempre a stare attenti a non finire in fuorigioco. L'atteggiamento e la lettura situazionale della palla libera/coperta del Porto di Villas Boas è molto simile a quello della Juventus di Ranieri per intenderci.
Un altro aspetto fondamentale che si riconosce nel Porto di Villas Boas è il pressing ultra-offensivo. La squadra è molto aggressiva e applica una pressione sistematica a partire dalla fase di costruzione della squadra avversaria, quindi un pressing molto alto a partire dalla trequarti avversaria(ultraoffensivo), i giocatori del Porto sono molto bravi a comprimere gli spazi ed i tempi di giocata agli elementi della squadra in possesso palla in modo da rendere complicato lo sviluppo della manovra offensiva avversaria e facilitare la riconquista della palla. La caratteristica del Porto è che questo pressing è fatto "in avanti" perché la squadra per la sua attuazione esegue dei movimenti collettivi ad avanzare(differenziandosi da quello "all'indietro" in cui ci sono movimenti a scalare nelle retrovie con i centrocampisti che si abbassano, avvicinandosi ai difensori, per raddoppiare o coprire zone particolarmente pericolose). Questa particolarità del pressing "in avanti" è tipico delle squadre che interpretano un calcio offensivo o comunque propositivo(l'esempio più calzante è il pressing che attua il Barcelona), e lo si nota soprattutto nelle fasi di transizione negativa. Quando il Porto perde palla difficilmente lo si vede "scappare" all'indietro ma si accorcia in blocco verso la zona-palla, in avanti. Tra le fila del Porto è il mediano Fernando a "mordere" più di tutti ed a contrastare, a volte letteralmente sradicando il pallone dai piedi dell'avversario. Da ripetere, comunque, che l'atteggiamento è generale, perchè a seguire compatta tutta la squadra, che si preoccupa di accorciare le distanze e nello stesso tempo di stringere gli spazi in zona-luce per la ripartenza degli avversari.
Il pressing ultra-offensivo è quindi la scelta di Andrè Villas Boas, e garantisce alla squadra enormi vantaggi sia dal punto di vista tattico che psicologico. Impostando un pressing così alto e comunque aggressivo, il Porto riesce a recuperare il pallone in tempi relativamente brevi ed a ripartire efficacemente grazie alla posizione dei 3 attaccanti sempre aldilà della linea del pallone. Anche dal punto di vista psicologico e mentale vi sono dei vantaggi: l'impressione che si ha vedendo giocare il Porto(e che probabilmente hanno gli stessi giocatori) è quella di una squadra che riesce ad "annichilire" e schiacciare gli avversari.
Riassumendo possiam dire che la scelta di questo comportamento in fase di non-possesso risponde, per coerenza, ad una filosofia precisa: attuare un calcio propositivo, attivo, anche in fase di non possesso palla. Anche se l'avversario di turno ha il controllo del pallone, i veri "padroni" del gioco sono sempre gli uomini di Villas Boas che martellano l'avversario portandolo ad uno "stress" continuo, sottoponendolo al proprio ritmo ed alla propria intensità.
Sui calci da fermo la squadra di Villas Boas si difende a zona, quasi sempre con 7 giocatori in area.
La fase di possesso palla: i flussi di gioco
E' chiaro che la fase di possesso palla è strettamente collegata a quella di non-possesso. Buona parte delle azioni pericolose del Porto sono infatti scaturite dall'atteggiamento aggressivo in fase di pressing sull'avversario e molti goal nascono da "break" e sulla conseguente transizione. La squadra di Villas Boas come già detto recupera palla quasi sulla trequarti avversaria e con pochi passaggi arriva alla conclusione. Gli esterni offensivi alti garantiscono una grande fluidità nelle ripartenze.
In fase di costruzione il Porto di Villa Boas ha fatto vedere diverse soluzioni. Generalmente la palla la gestiscono i difensori centrali, che giocano corto sul centromediano(Fernando). Se quest'ultimo ha luce e non è pressato smista verso i terzini, altrimenti la scarica ancora una volta verso i difensori.
La squadra è molto brava nello sfruttare le catene laterali(terzino-mezzala-esterno alto) e nei movimenti contrari: ad esempio, in posizione laterale con palla al terzino, l'attaccante esterno va incontro e la mezzala "taglia dietro" andando a cercare la profondità. Il terzino il più delle volte opta per la soluzione lunga e la verticalizzazione alta verso la mezzala. Lo schema, fatto con i tempi giusti, porta quest'ultima sul fondo o comunque in posizione vantaggiosa, fronte alla porta.
I terzini fanno un grande lavoro a livello offensivo. Premettendo che la palla sia in zona centrale, al mediano o alla mezzala, libero di giocare, avvengono due movimenti contemporanei: il "taglio" all'interno dell'attaccante esterno e l'inserimento del terzino nello spazio vuoto lasciato dal proprio compagno. Il mediano quindi servirà il terzino che, se contrastato dall'avversario cerca l'uno-due con l'ala(in posizione più interna dopo il taglio) e arriva al cross. Per questa giocata classica sono importanti le qualità del terzino, che deve essere bravo nella guida della palla e deve attaccare lo spazio con i tempi giusti.
Un'altra soluzione osservata con buona regolarità riguarda sempre la partecipazione tra terzino-ala. Palla al difensore centrale che serve quasi in orizzontale il terzino. L'attaccante esterno, che nel frattempo ha assunto una posizione larghissima, quasi sulla linea del fallo laterale, finta un movimento incontro per poi partire in profondità quando il terzino stoppa la palla(possibilmente "dentro" il campo). Verticalizzazione profonda del terzino all'esterno nello spazio che si è creato con il contromovimento. Il terzino in questo caso non accompagna l'azione(essendo lontano dalla zona palla) e sarà il centromediano ad accorciare e a dargli l'appoggio.
La fase offensiva presuppone quindi la partecipazione di 6-7 uomini, ed in costruzione dell'azione il possessore di palla ha almeno 3 opzioni di gioco. Due appoggi ed una profonda, nel frattempo nella zona opposta alla palla tre giocatori si preparano per "chiudere" l'azione verso l'area avversaria. Le tre linee di passaggio(corto, lungo e in diagonale) sono quindi sempre occupate dai compagni e tutto questo garantisce una elevata efficacia in fase di possesso palla. L'attaccante centrale si muove su tracce verticali, generalmente lavora su contromovimenti corto-lungo ed ha "semplicemente" il compito di finalizzare.
I tagli dentro il campo dell'attaccante esterno sono quasi sempre una costante nel gioco di Villas Boas, ma la vera linfa vitale nella manovra offensiva la offrono sicuramente le mezzali ed i terzini. La squadra è molto incline alla verticalizzazione, al gioco in velocità, le mezzali soprattutto sono in continuo movimento, e non danno punti di riferimento grazie alla varietà nei movimenti di smarcamento: vanno incontro od in profondità, in diagonale, sul fondo. I compagni si muovo di conseguenza e con i tempi giusti, insomma un belvedere.
Il Porto di Villas Boas completa la sua pericolosità con i calci da fermo. Non staremo a spiegare nel dettaglio i vari schemi su palla inattiva ma la squadra portoghese ha fatto vedere diverse soluzioni, generalmente portando 6 giocatori in area avversaria.
CONCLUSIONI
Spazio alle opinioni personali. Parlando di Villas Boas probabilmente parliamo di un "talento" naturale. Probabilmente nato con le stigmate da allenatore ed una sorta di "memoria prenatale" per il calcio, il sottoscritto ritiene Villas Boas un allenatore di enormi capacità. Un allenatore moderno, innovativo e coraggioso, senza paura di perdere. Molto più preparato ed idoneo di Antonio Conte nell'incarnare la figura del "giovane allenatore" che arriva alla Juventus e diventa il fautore di nuovi successi. Attualmente credo che siano pochi/pochissimi i giocatori adatti per il suo gioco nella Juventus. Questa lacune si contestualizzano specialmente nei laterali difensivi ed a centrocampo dove si potrebbe notare la somiglianza(ingannati secondo me dall'aspetto fisico) tra Fernando e Melo, ma dopo svariate partite osservate con attenzione posso dire che la differenza tecnica e tattica tra i due giocatori c'è, soprattutto a livello di lettura situazionale e di senso della posizione. Non escludo però che un allenatore come Villas Boas possa rivalutare Felipe Melo. Due terzini con elevate capacità fisiche sarebbero d'obbligo, visto che i terzini con Villas Boas sono chiamati a sforzi continui. Nessun giocatore attualmente ha queste caratteristiche, in parte De Ceglie e Motta, ma date le loro amnesie difensive(soprattutto per quando riguarda Motta) a mio parere reciterebbero, in una Juve ideale, la parte delle riserve. Avanzando nei ruoli, Villas Boas avrebbe a disposizione un'ala "lineare" come Krasic ed un'attaccante di buon livello e puntuale in zona-rete come Matri, mancherebbe a sinistra un giocatore "alla Robben", più fantasioso, più dribblomane ed incline a dialogare, magari che rientri e tiri a rete. Più seconda punta che un'ala pura come Krasic. Si fanno i nomi più disparati, da Aguero a Ribery, ma al sottoscritto viene in mente che in caso di budget ridotto sarebbe meglio spendere in altri ruoli(terzini di difesa-centrali di centrocampo) e che l'ideale nel ruolo sarebbe un "rinnegato" alto 1.64mt che in questa stagione, proprio in quella posizione, quasi ogni Domenica ha illuminato il Tardini con le sue giocate.
Tralasciando questa parentesi sui giocatori, l'allenatore c'è e possiede grandi qualità, oltre ad essere giovanissimo, sarebbe il caso che un club prestigioso come la Juventus, attualmente in crisi, si affidi a Villas Boas per ricostruire una squadra, ricreando uno spogliatoio, ed un 11 in campo con un gioco piacevole e tornare finalmente a riempire la Bacheca con un nuovo ciclo vittorioso.
- Mr. Baggio18 -